Approfondimento parametro malus "m18":
Contiene carne di maiale.:

La carne di maiale, viene generalmente "malvista" nei mangimi per cani, per via della cosiddetta "pseudorabbia suina", che può essere trasmessa anche al cane.
Il maiale è l’ospite e il bersaglio naturale per questo virus, che però può essere trasmesso anche a ruminanti (pecore, vacche, capre), cani, gatti e animali selvatici come procioni, opossum, e roditori. Colpisce anche alcuni primati, ma non lo scimpanzé, e non è mai stata isolata nell’uomo.
Il maiale è l’ospite principale e il serbatoio della malattia: i suini possono anche essere portatori asintomatici e come tali contribuire a diffondere la malattia pur non mostrandone i sintomi.
La pseudorabbia è generalmente benigna nei suini adulti ma può causare aborti nelle scrofe e decessi nei suinetti.
Il Morbo di Aujeszky (nome ufficiale della Pseudorabbia) è letale nel cane, di cui colpisce il sistema nervoso centrale. Purtroppo per i soggetti colpiti la prognosi è infausta.

Ad onor del vero, il rischio di contrarre la pseudorabbia tramite l'alimentazione a base di croccantini, è abbastanza basso, dal momento che il virus responsabile della pseudorabbia è sensibile al calore. Ad esempio la cottura a 80°C della carne per tre minuti neutralizza il virus.
I cani che, con maggior probabilità, possono contrarre la pseudorabbia sono i segugi utilizzati per la caccia al cinghiale.
Non esiste un vaccino specifico per il cane ma è possibile proteggere i soggetti destinati alla caccia al cinghiale utilizzando vaccini per maiali.
Il maiale è altresì indagato come possibile fonte di contagio per la trichinella, che è un parassita che può colpire anche l’uomo.
L’infestazione umana (e canina) avviene al seguito di ingestione di carni e insaccati poco cotti, non stagionati o non conservati con salatura o affumicatura.
In Italia è d’obbligo per legge la ricerca di trichinelle sulle carcasse dei suini d’allevamento e degli equini; il cinghiale selvatico cacciato tuttavia sfugge a questa regola ed è questo un buon motivo per non somministrare carne di cinghiale cruda o poco cotta ai cani.